L’inganno felice

L’inganno felice

Farsa per musica
Uraufführung am 8. Januar 1812 am Teatro San Moisè in Venedig

Libretto von Giuseppe Foppa

Musik von Gioachino Rossini

Revidierte Ausgabe der Partitur von Florian Bauer für ROSSINI IN WILDBAD © 2005 / © 2015.
Mit den zwei alternativen Isabella-Arien*/** in der Rekonstruktion von Stefano Piana,
mit freundlicher Erlaubnis der Deutschen Rossini Gesellschaft e.V.

Leihmaterial: Kontakt und Informationen über das Festival unter  buerossini@gmail.com

Programmheft 2005 (pdf)
Programmheft 2015 (pdf)

* Recitativo e Aria di Isabella «Cielo, che mi chiedete? – Se pietade in seno avete»
Versione composta per Maddalena Cera

Nota di Stefano Piana (2005): Questa versione dell’aria di Isabella dall’Inganno felice fu presentata per la prima volta al teatro veneziano San Moisè nella primavera del 1812 (ossia nella stagione successiva alla prima esecuzione dell’opera), quando alla prima interprete di Isabella, Teresa Giorgi Belloc, subentrò Maddalena Cera. Allo stato attuale delle ricerche sembra che la musica di quest’aria ci sia tramandata solo attraverso riduzioni per canto e pianoforte, per cui è stato necessario ricostruirne l’orchestrazione pressoché per intero. La fonte su cui ci si è basati è costituita dallo spartito edito a Lipsia tra il 1818 ed il 1819 da Breitkopf & Härtel (n. di piastra 2924). Per quanto riguarda l’orchestrazione, l’unica sezione per la quale è stato possibile ispirarsi direttamente a fonti rossiniane è quella compresa tra le battute 38 e 61, la cui musica compare con qualche modifica anche nell’aria di Amira del secondo atto del Ciro in Babilonia, opera che Rossini stava presentando a Ferrara nella stessa stagione primaverile del 1812. Rispetto a quel modello si è preferito tuttavia affidare la parte solistica delle battute 38-46 al clarinetto invece che al violino solo, questo perché da una parte non abbiamo modelli di assoli di violino nelle farse che Rossini scrisse per il San Moisè, dall’altra le parti solistiche che il compositore andava affidando in quegli anni al violino (oltre al Ciro si può menzionare l’aria «Dolci d’amor parole», che Rossini compose nel 1813 per Tancredi in sostituzione della celeberrima «Di tanti palpiti») sono di una complessità e di un’estensione
che travalicano di certo le nove battute di quest’aria. La scelta dello strumento solista a cui affidare tali battute non è ricaduta sul flauto, sebbene come estensione sia lo strumento a fiato più analogo al violino, per il semplice motivo che nell’Inganno felice a tale strumento è già affidata una ampia parte solistica nell’aria di Bertrando. Per orchestrare il resto dell’aria ci si è genericamete ispirati allo stile delle opere rossiniane di quegli anni. Una disamina storica sulle varie versioni di quest’aria si trova nell’articolo di Brunella Maria Maugeri, Zur Textüberlieferung von ‚L’inganno felice‘, pubblicato ne «La Gazzetta. Zeitschrift der Deutschen Rossini Gesellschaft» nel 2002.

 

** Aria di Isabella «Al più dolce e caro oggetto»
Versione secondo lo spartito Ricordi (1848)

Nota di Stefano Piana (2005): Questa versione dell’aria di Isabella dall’Inganno felice che qui si presenta è desunta dallo spartito dell’opera pubblicato da Ricordi attorno alla metà dell’Ottocento. Al momento non è stata reperita alcuna fonte che ne riporti la parte orchestrale, per cui l’orchestrazione è stata elaborata basandosi, per le battute 1-28, sulla versione che si trova nella partitura a stampa edita da Ratti e Cencetti, e, per la rimanente parte, ispirandosi per ampi tratti alla caballetta dell’aria di Amenaide nel secondo atto di Tancredi, alla quale, per ragioni di uniformità d’organico rispetto al resto dell’Inganno felice, sono state tolte le due trombe ed il secondo fagotto. Per una disamina storica sulle varie versioni di quest’aria si rimanda all’articolo di Brunella Maria Maugeri, Zur Textüberlieferung von ‚L’inganno felice‘, pubblicato ne «La Gazzetta. Zeitschrift der Deutschen Rossini Gesellschaft» nel 2002.